mercoledì 4 aprile 2007

The Melvins, (A) Senile Animal

Un duo che però è un trio, formato da almeno una decina di persone. Il duo è quello di Buzz Osborne (voce e chitarra) e Dale Crover (batteria). Ci sarebbe pure un Jaden Warren al basso (il trio), ma non fateci troppo caso, i bassisti nei The Melvins non durano di solito più di un lustro (le restanti sette persone). Aggiungete ai tre eccezionalmente una seconda batteria (dietro la quale sta seduto Coady Willis) e sarete pronti per ascoltare “(A) Senile Animal”.

Nati nel 1986, influenzati dal hard core punk, dal metal di Ozzy, contaminatori del grunge di Seattle e dei Nirvana, dopo 20 anni di attività e di rispettabile sludge metal, i The Melvins mi fanno gridare al desert-rock dei Kyuss, e al loro compatto e secco muro di chitarre.
Secondo parte della critica “(A) Senile Animal” è il disco che annuncia in pompa magna il ritorno della band dal lontano “Bullhead” (1991); secondo altri, e il sottoscritto sottoscrive, con questo album i Melvins arrivano a qualcosa di nuovo, diverso dallo sludge per il quale sono celebri e dalle indigeste sperimentazioni noise o doom. La compattezza del suono è la stessa, paurosamente solida e regolare, ma si sente qualcosa mancare al di là di questo “muro”; le tracce potrebbero essere prese tranquillamente da un “Ozma” (1989) o da un “Houdini” (1993), ma mancano di mordente, forse un po' troppo “pettinate” dagli anni trascorsi. La voglia di innovare, caratteristica endemica della band tuttavia non viene meno: le voci ora si alternano (grazie a Warren, ex Karp e Tight Bros From Way Back When), mentre la batteria si sdoppia con la comparsata di Willis, già The Murder City Devils.
L'album si apre con The Talking Horse, un pugno allo stomaco di basso distorto e variazioni sul tema. Più compassato e regolare, invece, segue Blood Witch, in cui ci accorgiamo che le batterie sono due, per lo più in sincrono perfetto, che si fanno scorgere in piccoli squarci durante la traccia. Dalla prosa di decisamente più ampio respiro è invece Civilized Worm, energia lisergica o acido energico, a Voi l'ardua sentenza: come le due batterie ora anche le voci vanno di pari passo, raddoppiando l'impatto e l'esplosione al suolo, fino a culminare nell'assolo caotico e irregolare che conclude il brano. Insieme a quest'ultima The Hawk è la traccia bandiera di “(A) Senile Animal”: basso energico ed imprevedibile, batterie che contraggono matrimonio, chitarra importante ma non predominante, voci che ora si alternano ora si raddoppiano.
Se stavate aspettando questo album non abbiate timore, le vostre speranze non saranno disattese: energia pura allo stato fonico. Se invece ora siete curiosi di sentire questo cd avvertite i vicini deboli di cuore, non potrete fare a meno di alzare al massimo il volume del vostro stereo.

Da www.musicboom.it

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