Da Musicboom.it
giovedì 5 luglio 2007
Bastard Fairies, Memento Mori
mercoledì 4 luglio 2007
B.R.M.C., Baby 81
Uno tsunami noise, stomp e r'n'r
di
Giulio Cisamolo
Da Musicboom.it
domenica 17 giugno 2007
Paprika - Sognando un sogno di Kon Satoshi
Paprika, coadiuvata da un detective della polizia, in cura sperimentale con PT e coinvolto suo malgrado nelle indagini, scopre una cosa potenzialmente terribile: il PT si comporta come un’allergia e una mente umana, una volta che è venuta in contatto con PT, può essere violata dalla macchina che fa entrare nei sogni anche quando il soggetto è sveglio e non è collegato all’apparecchiatura. Si rischia quindi che chiunque possa entrare nei sogni di chiunque, manipolandoli ed influenzando in questo modo la vita reale. Paprika-Atsuki ed il poliziotto dovranno salvare l’umanità da questa terribile prospettiva, e contemporaneamente proteggere se stessi dai propri sogni.
Kon Satoshi, già autore del natalizio film d’animazione Tokio Godfathers, si addentra in un campo tanto interessante quanto difficile da maneggiare. Ne viene fuori un film incredibilmente affascinante nella prima parte, in cui il regista ci introduce al miracolo di PT e possiamo sbirciare nei sogni altrui; la seconda parte perde di mordente, scema per il continuo accumulo di elementi nell’intreccio, che né aiutano lo spettatore nella fruizione, né aiutano il film, appesantendolo di molto. Resta comunque il merito di aver parlato in modo originale del sogno, del suo rapporto col reale, della sottile linea di divisione che separa questi due mondi, l’uno delle tenebre l’altro della luce.
E resta anche il fatto che l’ambito toccato, il sogno, è da sempre uno di quelli che più hanno affascinato l’uomo sia a livello filosofico che psicologico. Satoshi si diverte ad esplorare questo mondo, e la prima parte riflette questa sua gaiezza. Le immagini perdono di consequenzialità, assumono una propria inesplicabile logica nel susseguirsi l’un l’altra; i colori sono squillanti, i suoni cacofonici ed accavallati, i dialoghi degni del miglior artista surreale. Lo spettatore è ipnotizzato dalle scene dei sogni, da queste parate di personaggi inesistenti, e vorrebe poter non tornare mai indietro. Ed ecco che Satoshi ci avvisa che è proprio questo il più grande problema dei sogni: non vorrebbe mai, per nessun motivo al mondo, tornare indietro.
Titolo originale: Paprika
Nazione: Giappone
Anno: 2006
Genere: Animazioni
Durata: 90’
Regia: Kon Satoshi
Sito ufficiale:
Cast:
Produzione: Mad House Ltd.
Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia
Data di uscita: Venezia 2006
da www.nonsolocinema.com
martedì 22 maggio 2007
Good Charlotte, Good Morning Revival
mercoledì 16 maggio 2007
Bryan Ferry, Dylanesque
lunedì 30 aprile 2007
Fred Anderson and Hamid Drake, From the River to the Ocean
Fred Anderson and Hamid Drake
From the River to the Ocean
(Cd, Thrill Jockey, 2007)
jazz
8/10
Fred Anderson ed Hamid Drake, entrambi cresciuti nelle strade di Chicago, città molto più famosa per la House of Blues che per la Velvet Lounge, sono tornati con un album, From the River to the Ocean, che li vede collaborare per la seconda volta dopo Back Together Again, datato 2004.
Sassofonista tenore provetto, Anderson si fa le ossa suonando con pezzi grossi del jazz statunitense del calibro di Billy Brumfield (celeberrimo trombettista) e Joseph Jarman, con il quale collabora per la realizzazione di "As If It Were the Season" ("Little fox Run", contenuta nell'album , è frutto della scrittura di Anderson), fino ad arrivare a fondare la AACM (Associazione per lo Sviluppo della Musica Creativa, http://aacmchicago.org/) e ad aprire la Velvet Lounge, una vetrina dalla quale gli artisti dell'associazione possono sperimentare liberamente la loro creatività.
Percussionista venerato, Hamid Drake nel corso degli anni ha a sua volta legato il nome alle collaborazioni, oltre che con Fred Anderson, con William Parker, bassista della Big Apple, con David Murray, con Adam Rudolph, con Bretzmann e con Vandemark, tanto da trascorrere molto più tempo sul tour bous che nella sua villa a Chicago.
Se eravamo rimasti favorevolmente impressionati dal primo album in cui comparivano insieme, non possiamo che notare quanto la loro alchimia si sia accresciuta, quanto la loro intesa, che sembrava già allora perfetta, sia migliorata ulteriormente. Raccolto al loro seguito un gruppo di musicisti provenienti come loro da Chicago (Jeff Parker, chitarra, Harrison Bankhead, violoncello, e Josh Abrams, al basso e al guimbiri), la coppia è entrata negli John McEntire's Soma Studios per uscirne con un album che oseremmo già definire come il migliore dell'intera produzione dei due, non fosse altro che potremmo, a questo punto, aspettarci una nuova sorpresa dall'ennesimo album ci auguriamo venga prodotto dal duo.
From the River to the Ocean esplora un amplissimo range di possibilità espressive che Anderson e Drake si riservano: si spazia, infatti, dal classico blues di Strut Time ad una traccia più spirituale e meditativa come può essere For Brother Thompson, dedicata al trombettista Thompson, mentre From River to the Ocean e Sakti/Shiva vedono il bassista Johs Abrams alle prese con il guimbri, un basso a tre corde della tradizione africana e Drake con i ritmi tribali africani e americani, caricandoli delle sue conoscenze su quelli caraibici.
Nonostante il lungo tempo di ascolto che queste tracce esigono quello che abbiamo per le mani è un album veramente piacevole, aperto ad un ascolto semplice per i meno preparati sul genere, che però riserva alcune complesse sorprese per chi le sappia sentire; l'ennesima prova che la buona musica non è rimasta nei solchi di un vinile, ma che grazie ad alcuni coraggiosi continua a vivere, anche rinchiusa in un freddo iPod.
Da www.rockshock.it
domenica 29 aprile 2007
Sakebi-Retribution di Kurosawa Kiyoshi
Dopo pochi giorni avviene un altro omicidio. Stesso modus operandi, diverso colpevole; questa volta, infatti, si tratta di una donna che ha affogato il borioso amante. Yoshioka non riesce a trovare un fil rouge che unisca questi tre casi, fin quando non comincia anche lui a vedere la donna in rosso; questa, occhi vitrei e pelle bianchissima, appare urlando ed accusando il detective. In Yoshioka si insinua il tarlo del dubbio: che sia stato proprio lui ad affogare quelle tre persone per poi rimuovere il tutto?
I nodi vengono al pettine quando l’eroe comincia ad indagare sullo spettro rosso, in base ai pochi elementi da lui stesso forniti. Lo scopre essere lo spirito vendicativo di una donna abbandonata dai cari in un edificio in rovina situato in un porto di Tokio; lo spirito entra nel corpo delle persone, trasferendo loro i propri sentimenti di solitudine e rabbia, e spingendoli ad affogare quelle persone dalle quali sono trattate male. Una volta fatta luce sul mistero lo spirito si quieta, e le sue ossa posso tornare alla terra. Yoshioka ottiene il perdono dalla donna senza pace, ma a quale prezzo? Ricordare tutto ciò che egli aveva rimosso.
Kurosawa, archiviato Loft, ennesimo bel capitolo horror della sua carriera, sforna questo lavoro quanto meno particolare. Quello che per la prima ora sembra un mediocre poliziesco, improvvisamente si tramuta in un mediocre horror. La parte del film che segue i canoni del thriller poliziesco risulta troppo lenta e senza sbocchi precisi. La parte horror aggiunge molta confusione, con un climax caotico finale, che guasta la visione.
Detto questo va dato a Kiyoshi quel che è di Kiyoshi: la messa in scena del veterano nipponico è sempre eccelsa, la regia attenta e bella da guardare, il montaggio interno esteticamente superiore alla media e la fotografia attenta come non mai. I problemi, come si è detto, restano tutti impigliati nella sceneggiatura e nello sviluppo narrativo.
Titolo originale: Sakebi
Nazione: Giappone
Anno: 2006 Durata: 103’
Regia: Kiyoshi Kurosawa
Sito ufficiale:
Cast: Kôji Yakusho, Manami Konishi, Hiroyuki Hirayama, Joe Odagiri
Produzione: Oz Co Ltd
Distribuzione: Mikado
Data di uscita: Venezia 2006
da www.nonsolocinema.com