Giusto per sottolineare che questo schifo di film alla fine l'ho recensito per davvero. ;)
Eragon è un diciassettenne orfano; vive con lo zio ed il cugino Roran ai margini di Carvahall, piccolo villaggio ai confini del vasto impero di Alagaesia. Tutto sembra scorrere liscio, almeno fino a quando Eragon, a caccia di cervi, non rinviene una strana pietra blu che scoprirà, alla sua schiusura, essere l’uovo dell’ultimo drago, o meglio dragonessa, rimasto. Il malvagio re di Alagaesia, nonchè ultimo cavaliere dei draghi vivente, nonchè assassino di tutti gli altri cavalieri, venuto a conoscenza della nascita della dragonessa Saphira sguinzaglierà sulle traccie di Eragon il terribile Durza, potentissimo stregone nero. L’unica via di scampo per il giovane sarà seguire Brom, cavaliere in pensione, in una folle fuga verso il rifugio dei Varden, i ribelli dell’impero.
Anno di grazia 2002, un noto giallista americano, Carl Hiaasen, accontenta il figlioletto e legge l’opera di un quindicenne del Montana, autoprodotta e autodistribuita in cinquecento copie dai genitori dello stesso. Lo scrittore, rimasto folgorato dal lavoro dell’adolescente, al secolo Christopher Paolini, convincerà il suo editore a farlo pubblicare. La stampa mondiale, non credendo ai propri occhi e a tanta grazia, non poteva lasciarsi sfuggire la storia di un quindicenne al top delle classifiche di vendita mondiali, e lo ha reso l’evento mediatico dell’anno. Neanche a Hollywood sembrava vero, e la Fox si è accaparrata i diritti del libro.
Ora, Eragon, inteso come libro, è palesemente il lavoro di un gran lettore di fantasy, collezione di citazioni più o meno vaghe dai capisaldi del genere. Giova ricordare che è anche l’opera di un quindicenne, con tutti i pregi e i difetti derivanti dall’avere quell’età: passione, tanto cuore, ma anche ingenuità e inesperienza. Dunque questo è l’Eragon cartaceo: adolescenziale, ma non per questo privo di fascino e di un incipiente afflato epico che caratterizza i migliori lavori del genere fantasy.
L’Eragon di celluloide, quindi, raccoglie suo malgrado l’eredità di instabilità della versione cartacea, tentando di volgere a proprio favore i difetti del libro. Per fare ciò si munisce di un cast di tutto rispetto (Jeremy Irons, Robert Carlyle, John Malkovich e la voce di Rachel Weisz) e di un dispiego di forze ingenti per quanto riguarda l’area effetti speciali. Purtroppo quasi mai il valore del totale è eguale alla somma del valore dei singoli coinvolti; il film non convince neanche per un momento. La messa in scena del poco conosciuto Stefen Fangmeier privilegia la spettacolarità e l’azione, concentrando 583 pagine di libro in poco meno di un’ora e quaranta di pellicola, tarpando così le ali al passo da grande storia epica che caratterizza il libro. Fengmeier tenta di trasmetterlo, senza riuscirci, con poche e mal riuscite scene girate con un ampio dolly nella natura più selvaggia.
Ci pensa poi la distribuzione italiana a piazzare l’ultimo chiodo sulla bara di questo film poco riuscito, affidando il doppiaggio della dragonessa Saphira alla, e non ce ne voglia, non professionista Ilaria D’Amico. Il risultato è pessimo e ci fa pensare: la versione originale è doppiata da Rachel Weisz, ottima attrice, fresca di Academy Award, mentre quella italiana è affidata ad una nota giornalista sportiva, bravissima in quello che fa, ma non certamente un’attrice. Cos’abbiamo fatto, quindi, per meritarci una così bassa considerazione da parte della distribuzione? Siamo un così cattivo pubblico? Ai posteri l’ardua, ma neanche poi tanto, sentenza.
Titolo originale: Eragon
Nazione: U.S.A.
Anno: 2006
Genere: Avventura, Fantastico
Durata: 104’
Regia: Stefen Fangmeier
Sito ufficiale: www.eragonmovie.com
Cast: Jeremy Irons, John Malkovich, Edward Speleers, Djimon Hounsou, Robert Carlyle, Alun Armstrong
Produzione: 20th Century Fox, Ingenious Film Partners
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita: 22 Dicenbre 2006 (cinema)
Da www.nonsolocinema.com
mercoledì 4 aprile 2007
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